AMARETTI MORBIDI

La storia degli amaretti sembra essere iniziare da una famiglia trasferitasi nell’Astigiano, lui economo di casa Savoia, lei di origine siciliana. La tradizione racconta che la donna fosse un’abile cuoca e che offriva sempre ai suoi ospiti dei pasticcini morbidi a base di mandorle. Le prime persone che assaggiarono questi dolci esclamarono “sono buoni e un po’ amaretti”, dando così il nome ai nuovi pasticcini.

Essendo il mandorlo un albero particolarmente diffuso nelle campagne a cavallo tra il basso Piemonte e la Liguria,  l’amaretto si trasformò velocemente in un prodotto tipico della zona, assumendo però caratteristiche diverse da una località all’altra. 

Tra gli amaretti morbidi uno dei più famosi è l’amaretto di Sassello, nella città ligure intorno alla metà del 1800 alcune famiglie provarono a portare la produzione di amaretti fuori dalle loro case, e il successo non si fece aspettare.

Si racconta che nel 1860 la signora Gertrude propone ai clienti della propria osteria degli amaretti morbidi deliziosi. Si racconta che la donna spiegò ai propri clienti di non aver ancora dato il nome ai propri amaretti e uno dei presenti, intento a fumare un sigaro “Virginia”, suggerì di attribuire proprio quel nome agli amaretti. Da quel momento cominciò la storia documentata dei famosi dolcetti di Sassello. In occasione delle celebrazioni colombiane del 1892, agli amaretti “Virginia” venne assegnata la medaglia di bronzo, seguita dalla medaglia d’argento ad Arcachon nel 1897, alla menzione onorevole a Torino nel 1898, alla medaglia d’argento a Genova nel 1903 e alla prestigiosa medaglia d’oro, con onorificenza speciale, a Parigi nel 1911. Nel frattempo Gertrude non è più l’unica a produrre gli amaretti e il figlio Pietro Rossi, entrato a dar manforte ai genitori, decide di proteggere il marchio sottoponendolo alla tutela delle leggi del Regno d’Italia, come dimostra un documento datato 1897.

La storia degli amaretti di Sassello prosegue nel tempo fra aziende che nascono, altre che crescono e si consolidano e talune che arrivano a fondersi. Un percorso fatto di ingredienti scelti, procedimenti curati e saperi tramandati, fra vicende familiari che si intersecano con la storia locale e i grandi eventi mondiali.

L’amaretto di sassello è solo uno di questi con il termine “amaretto” si definiscono diversi dolcetti caratteristici di altrettante località italiane, e proprio per l’importanza nazionale di queste specialità, lo Stato ha deciso di tutelare il prodotto con regole specifiche contenute in un apposito decreto legge (D.L. 22 luglio 2005). Gli “Amaretti Morbidi”  devono essere prodotti con zucchero, mandorle di albicocca (armelline), mandorle e albume d’uovo. Si presentano come piccole semisfere con la superficie screpolata e l’interno morbido.

Ingredienti

per la frolla

  • 350 g di farina 00
  • 125 gr di strutto
  • 2 uova
  • 125 gr di zucchero semolato
  • buccia grattugiata di 1 limone
  • mezzo cucchiaino di lievito per dolci
  • un pizzico di sale

per il ripieno

  • 5 tuorli
  • 500 g di latte
  • 150 g di zucchero
  • 50 g di fecola di patate
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
  • amarene (a piacere)

Procedimento

Impastate la frolla , una volta ottenuto un composto omogeneo sigillate con la pellicola e far risposare in frigo per 3 ore.

Nel frattempo preparate la crema mescolando in un recipiente i tuorli con lo zucchero, la fecola e i semi della bacca di vaniglia.
Aggiungere al composto il latte già caldo, mescolate e riportare sul fuoco per far cuocere e addensare la crema.
Versate subito la crema pasticcera in una ciotola, coprite con una pellicola a contatto e fate raffreddare.

Quando la frolla si sarà riposata e la crema sarà ben fredda potete iniziare ad assemblare i pasticciotti.

Imburrate e infarinati gli appositi stampi, rivestiteli poi con la frolla stesa finemente con un mattarello; fate aderire bene alle pareti e bucate la base con una forchetta.

Farcite con la crema pasticcera riempiendo fino al bordo. A piacere aggiungere al centro un amarena.
Richiudete i pasticciotti con un pezzo di frolla e sigillateli bene premendo sui bordi.

Pennellate la superficie con l’uovo sbattuto e cuocete in forno statico già caldo a 180° nella parte media per circa 20 minuti fino a doratura.

Sfornate e lasciate raffreddare i primi 10 minuti negli stampi, poi sformateli e far raffreddare completamente su una gratella.